martedì 17 febbraio 2009

MUSICA
Where the Wild Roses Grow

****Nick Cave & Kylie Minogue****

They call me The Wild Rose
But my name was Elisa Day
Why they call me it I do not know
For my name was Elisa Day

From the first day I saw her I knew she was the one
She stared in my eyes and smiled
For her lips were the colour of the roses
That grew down the river, all bloody and wild

When he knocked on my door and entered the room
My trembling subsided in his sure embrace
He would be my first man, and with a careful hand
He wiped at the tears that ran down my face

They call me The Wild Rose
But my name was Elisa Day
Why they call me that I do not know
For my name was Elisa Day

On the second day I brought her a flower
She was more beautiful than any woman I've seen
I said, "Do you know where the wild roses grow
So sweet and scarlet and free?"

On the second day he came with a single red rose
He said: "Give me your loss and your sorrow"
I nodded my head, as I lay on the bed
"If I show you the roses will you follow?"

They call me The Wild Rose
But my name was Elisa Day
Why they call me that I do not know
For my name was Elisa Day

On the third day he took me to the river
He showed me the roses and we kissed
And the last thing I heard was a muttered word
As he knelt above me with a rock in his fist

On the last day I took her where the wild roses grow
She lay on the bank, the wind light as a thief
And I kissed her goodbye, said, "All beauty must die"
And I lent down and planted a rose between her teeth

They call me The Wild Rose
But my name was Elisa Day
Why they call me it I do not know
For my name was Elisa Day

domenica 8 febbraio 2009

LIBRI
Uomini che odiano le donne (S. Larsson)

Sono passati circa 30 anni da quando Harriet, nipote del magnate dell'industria Henrik Vanger, è scomparsa senza lasciare alcuna traccia. Da allora, ogni anno il vecchio riceve un dono anonimo, un fiore essiccato in una cornice, un tempo usanza di Harriet per celebrare il compleanno di suo zio: il rito si ripete puntuale e risveglia l'inquietudine di Henrik che, ormai molto vecchio, decide di tentare per l'ultima volta di fare luce sul più grande mistero che abbia mai segnato tutta la sua vita. L'incarico è affidato a Mikael Blomkvist: quarantenne estremamente affascinante, è il giornalista di successo a capo della rivista Millennium, specializzata in articoli di denuncia sulla corruzione e sugli affari loschi dell'imprenditoria. Opera al suo fianco Lisbeth Salander, giovane e astuta hacker, che aiuta Blomkvist a indagare a fondo sulla storia della famiglia Vanger. La verità lo lascerà inevitabilmente segnato.

Ho aperto il pacchetto contenente il primo libro di Larsson a novembre. "Non ce la farò mai" è stato il primo pensiero: circa 700 pagine in un tomo pesante e scomodo da portare con sé. Ho sempre preferito la lettura di racconti e romanzi brevi, piuttosto che andare a infognarmi in un libro per qualche mese. Paura di distrarmi, di annoiarmi forse. E sì che una delle più grandi prove l'ho superata in seconda media, affrontando circa 800 pagine di un libro che non tutti avrebbero il coraggio di leggere: "Via col vento", di Margareth Mitchell. Nonostante poi abbia anche toccato il traguardo delle 1.200 pagine de "Il signore degli anelli", continuo a essere comunque piuttosto restio ai volumi che superano le 400 pagine (vuoi mettere la soddisfazione di un lavoro compiuto letto nell'arco di un paio di giorni, come quelli che adoro di Agatha Christie)?
Mi sono addentrato nel mondo di Larsson con mille dubbi. Ne sono uscito totalmente innamorato.
La lettura è quanto di più piacevole ci si possa attendere. I membri della famiglia Vanger (oltre venti) sono talmente ben delineati che già attorno a pagina 300, quando il mistero si fa sempre più fitto e le indagini prendono piede, anzi decollano, è praticamente impossibile confonderne i nomi (grazie anche a un utilissimo albero genealogico contenuto all'interno del libro).
Il mistero attorno a cui ruota l'incipt del romanzo lascia spazio a ulteriori interrogativi a cui riceveremo risposta man mano che procediamo con la lettura. E poi c'è lei, Lisbeth Salander: una delle migliori caratterizzazioni uscite dalla penna di uno scrittore negli ultimi vent'anni (forse addirittura dai tempi di Clarice Starling de "Il silenzio degli innocenti" di Thomas Harris). Fragile, testarda, isolata, vendicativa, è un personaggio per cui non si può non parteggiare, e non devo essere stato solo io ad innamorarmene, visto che gli altri due capitoli della trilogia, "La ragazza che giocava con il fuoco" e "La regina dei castelli di carta", sono incentrati su di lei.
Una lettura assolutamente consigliata, dalla prima all'ultima pagina.
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