giovedì 4 agosto 2011

LIBRI
Agatha Christie e Miss Marple: due riflessioni e un mare di novità

Botta e risposta tra Matteo Collura e Aldo Grasso su Corriere.it.

Agatha, l' anti Miss Marple che ingannava i lettori di Matteo Collura
La vera personalità della Christie è l' opposto di quella dell' attempata signorina, goffa risolutrice di misteri Ritratto della scrittrice capace di confondere le tracce Sciascia: la sua è una sfida, lo capiamo quando è troppo tardi Eco: fa sì che non si veda quello che ci viene messo sotto gli occhi
È un errore da ingenui pensare che Miss Marple, uno dei personaggi più riusciti della scrittrice Agatha Christie, coincida anche solo in parte con l' autrice. Non potrebbero esserci due persone più differenti. Un' attempata signorina, la Marple, l' umile vita trascorsa ad ascoltare pettegolezzi in campagna prima, e poi nelle residenze dei ricchi, tra sospiri annoiati e tintinnare di tazzine da tè; un' energica donna sposata due volte, la Christie, determinata non soltanto a brillare nel campo delle lettere, ma a fare anche un sacco di quattrini. Tra l' autrice di Dieci piccoli indiani e la goffa quanto perspicace risolutrice delle sue sciarade c' è la stessa differenza che passa tra un cavallo di razza e un ronzino. Tuttavia, ancor oggi sono in molti a credere che Miss Marple sia l' alter ego di Dame Christie, la quale continua a giovarsi di questo diffuso convincimento, attirando su di sé le simpatie di coloro che, a un incrocio, sperano di poter aiutare qualche vecchietta ad attraversare la strada. Non era affatto ingenua, bislacca, una donnicciola arrivata (si presume vergine) alla vecchiaia, e dotata di ruspante sagacia, Agatha Christie; e ne offre una prova il cognome: quello del primo marito che lei, per non danneggiare la fama fino ad allora acquisita, pretese di usare anche dopo il divorzio. Chi sia stata in realtà la più letta tra gli scrittori di romanzi gialli, lo dice l' autobiografia. Figlia di un americano e di una inglese, talmente snob da imporre alla piccola Agatha di starsene lontana dalle scuole, e perciò di essere educata in casa dai precettori, da ragazza la futura «macchina da bestseller» visse una stagione più che favorevole. Mostrò ben presto la sua attitudine alla scrittura, ma facendo sempre tutto da sé, senza la minima attenzione per le problematiche intellettuali. Niente padrini letterari, niente impegno sociale, niente preamboli cerebrali. Due più due non può fare che quattro, anche se c' è sempre qualcuno che tenta di forzare l' aritmetica e, di conseguenza, le invincibili leggi dei numeri. Il segreto del suo successo? Non avere attinto alla grande letteratura (da lei letta o meno, non importa), ma al suo buon senso, alla sua sensibilità e - perché no? - alla sua perfidia femminile. «Non c' è immaginazione in Agatha Christie», arrivò a dire di lei il suo connazionale Anthony Burgess, «sebbene ci sia un cervello matematico». Un cervello matematico è l' ideale per costruire una detection novel , specie se la materia grigia appartiene a una narratrice che come obiettivo ha quello di far cadere in inganno i lettori. In questo, Dame Christie è maestra, al punto da aver concepito una storia in cui l' assassino, alla fine, si scopre essere lo stesso narratore. S' intitola, quel romanzo del 1926, L' assassinio di Roger Ackroyd (in Italia pubblicato anche con un altro e forse migliore titolo: Dalle nove alle dieci ). Nell' ingegnoso racconto a scoprire il colpevole è l' investigatore Hercule Poirot (un detective belga finito a indagare tra le brume d' Inghilterra: personaggio da operetta, assolutamente non convenzionale, volutamente reso tale dall' autrice, e per questo, alla pari di Miss Marple, indimenticabile). Perché è lui a smascherare l' assassino e non i lettori? Qui sta la diabolica abilità dell' autrice, la quale si compiace di mettere fuori strada chiunque legga il suo libro, anzi, sfidandolo apertamente. Su questo i critici hanno scritto elaborati commenti in diverse lingue. In Italia, Leonardo Sciascia, appassionato lettore di gialli, nella postfazione all ' Assassinio di Roger Ackroyd si chiese se quel romanzo non sia il più sleale di Agatha Christie. «Il lettore non sa», scrisse Sciascia, «che si tratta di una sfida e di una confessione. Lo capisce quando è troppo tardi: che la scrittrice lo ha sfidato a risolvere il problema mettendolo a pari condizione di Poirot e che gli ha confidato non solo la ricetta dei suoi romanzi ma anche il suo stare dalla parte dell' assassino, il suo identificarsi con l' assassino almeno per metà, previo sdoppiamento o dimezzamento». A questo proposito «l ' Ackroyd è la massima realizzazione delle potenze oblivionali di un testo», commenterà Umberto Eco. «Fa sì che il lettore non veda neppure quello che gli viene messo sotto gli occhi. Sciascia fa tesoro della lezione, e in Todo modo quello che viene messo sotto gli occhi (o a portata d' orecchio) dal narratore-assassino non lo vedono neppure gli investigatori». Un bel successo per una scrittrice che nessun critico oserebbe collocare tra i grandi della letteratura. Ammesso che questo possa avere interessato l' autrice di perfette macchine narrative come Assassinio sul l' Orient-Express . Quando le capitava di parlare della propria tecnica, la signora Christie non andava per le lunghe: «Non faccio altro che piazzare una trappola proprio in apertura del romanzo e, come vuole il colpevole, il lettore ci casca». E così, l' esatto opposto della sempliciotta Miss Marple, si godette il successo, andando in giro per il mondo con il suo secondo marito, Max Mallowan, rinomato archeologo, di tredici anni più giovane di lei. Dal primo matrimonio (con il colonnello Archibald Christie), la scrittrice aveva avuto una figlia, preziosa per lei, perché col tempo divenuta la privilegiata lettrice dei suoi manoscritti. Nella primavera del 1966 (sarebbe morta dieci anni dopo), Agatha Christie concesse un' intervista al giornalista del «Sunday Times» Francis Wyndham, il quale andò a trovarla in una delle sue case, un elegante cottage a Wallingford, presso Oxford. Quanto gli disse la scrittrice fa cadere le braccia: «Oh, ormai è come sfornar salsicce: sono una perfetta macchina sfornasalsicce! Penso sempre che presto dovrei smetterla, ma poi sono sempre contenta di incominciarne ancora un altro. Dopotutto, non è poi così difficile inventare qualcosa di nuovo. Probabilmente potrei continuare a riscrivere lo stesso libro e nessuno se ne accorgerebbe: e non è detto che non lo faccia, il giorno in cui mi troverò a corto di idee!». Il commento di quel suo intervistatore appare perfetto per definire il fenomeno Agatha Christie: «Lei può scrivere gialli da camera, ma non è mai sentimentale, come lo erano Chandler e i suoi seguaci. La sua fantasia è conturbante proprio perché è prosaica. In un certo senso è la scrittrice di gialli più "dura" che sia mai esistita». Ed è così. Mai la scrittrice inglese si sarebbe preoccupata di colorare con tanta malinconica umanità un investigatore come l' americano Raymond Chandler fece con il suo Philip Marlowe. È così, ma provate ad accertare quante copie dei suoi libri ha venduto nel mondo la scrittrice che ha inventato Miss Marple e Hercule Poirot
Fonte: Corriere.it

Miss Marple funziona, non conta chi recita di Aldo Grasso
Un personaggio che è più forte delle sue interpreti
Qualche giorno fa, sul Corriere , Matteo Collura ci metteva in guardia da un luogo comune molto diffuso: «È un errore da ingenui pensare che Miss Marple, uno dei personaggi più riusciti della scrittrice Agatha Christie, coincida anche solo in parte con l'autrice. Non potrebbero esserci due persone più differenti. Un'attempata signorina, la Marple, l'umile vita trascorsa ad ascoltare pettegolezzi in campagna prima, e poi nelle residenze dei ricchi, tra sospiri annoiati e tintinnare di tazzine da tè; un'energica donna sposata due volte, la Christie, determinata non soltanto a brillare nel campo delle lettere, ma a fare anche un sacco di quattrini».
MISS MARPLE - Eppure, come sono apparse in scena le varie Miss Marple (ricordiamo alcune attricei che hanno interpretato l'arguta vecchietta: Margaret Rutherford, Angela Lansbury, Joan Hickson, Geraldine McEwan e, infine, Jukia McKenzie), a riprova che il personaggio è più forte delle sue interpreti abbiamo subito pensato a un'incarnazione della stessa Christie. È partita la quinta stagione di «Miss Marple» e, come sempre, le apparenze ingannano, dietro una facciata di tranquillità e perbenismo si nasconde il crimine.
IL PERSONAGGIO - Nonostante l'aspetto fragile, Miss Marple, è un'esperta di criminologia che alterna l'attività investigativa allo sferruzzare a maglia. «Osservatrice della natura umana», come lei stessa si definisce, Jane Marple, «a little old lady», si muove nella ridente St. Mary Mead, cittadina apparentemente quieta e normale, in realtà covo di passioni e vendette nascoste (Diva Universal, canale 128 di Sky). Uno dei successi della serie («this very British television») è dovuto al fatto che la protagonista (pur cambiando negli anni il volto) resta un personaggio fisso e, con minime variazioni, ripete metodicamente gli stessi eventi. Lo spettatore sa che alla fine Miss Marple avrà comunque la meglio sul crimine e può così abbandonarsi ai dettagli del quotidiano.
Fonte: Corriere.it



Inoltre, dal 13 luglio in edicola con il Corriere venti intramontabili capolavori della Regina del Giallo.

I uscita: Fermate il boia
II uscita: Poirot a Styles Court
III uscita: Corpi al sole

In edicola: C'è un cadavere in biblioteca


Fonte: Corriere.it


Infine, dal 1° agosto Diva Universal trasmette finalmente la V stagione di "Marple", con Julia McKenzie:

01/08 - Un cavallo per la strega
08/08 - Il segreto di Chimneys
15/08 - Il geranio azzurro
22/08 - Assassinio allo specchio

mercoledì 3 agosto 2011

CINEMA
I corpi presentano tracce di violenza carnale

Titolo originale I corpi presentano tracce di violenza carnale
Paese di produzione Italia
Anno 1973
Durata 90 min
Regia Sergio Martino
Sceneggiatura Ernesto Gastaldi, Sergio Martino
Fotografia Giancarlo Ferrando
Montaggio Eugenio Alabiso
Musiche Guido e Maurizio De Angelis
Scenografia Giantito Burchiellaro
Costumi Vera Marzot, Silvio Laurenzi
Cast Suzy Kendall, Tina Aumont, Luc Merenda, John Richardson, Roberto Bisacco, Ernesto Colli, Angela Covello, Carla Brait, Cristina Airoldi, Patrizia Adiutori, Luciano De Ambrosis, Carlo Alighiero, Luciano Bartoli, Enrico Di Marco, Vincenzo Crocitti, Giuseppe Terranova, Rosaria della Femmina, Ermelinda De Felice, Fausto Di Bella, Giorgio Dolfin, Gianni Greco, Alberto Sorrentino, Vera Drudi, Barbara Marzano, Osvaldo Natale, Renato Cestiè, Giuseppe Marrocco

Insieme a Lucio Fulci, Dario Argento e Mario Bava, Sergio Martino ha contribuito nella sua lunga e prolifica carriera a elevare di rango il giallo italiano, troppo spesso relegato a produzioni low-budget caratterizzate da mancanza di idee e situazioni al limite dell'imbarazzante. Regista di pellicole quali Lo strano vizio della signora Wardh, La coda dello scorpione, Tutti i colori del buio e Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave, Martino si è imposto come uno dei registi di genere più raffinato, elegante e creativo degli anni '70, riscuotendo enorme successo anche nella commedia e nel poliziottesco. I corpi presentano tracce di violenza carnale è forse il suo giallo migliore. Senza dubbio, quello con maggiore impatto visivo.
Ambientato in un'assolata Perugia, il film segue le vicende di cinque studentesse universitarie perseguitate da un violento assassino che non si limita a ucciderle, ma per concludere l'opera si diverte a sezionare i loro cadaveri seguendo un macabro rituale (da qui il titolo internazionale Torso). Per cercare di rilassarsi e scappare dalla città, quattro di loro decidono di trascorrere un weekend in un casale di campagna immerso nel verde e, apparentemente, nella tranquillità. Nel corso del weekend, però, una di loro precipita dalle scale e, con una caviglia lesionata, è costretta a rimanere a letto mentre le altre si divertono come meglio possono (e qui Martino non rinuncia a calcare la mano sull'aspetto pruriginoso che ha da sempre caratterizzato il genere del thriller all'italiana). Durante la notte, tuttavia, i festeggiamenti volgono drasticamente al termine: il serial killer scopre il rifugio e strazia i corpi delle giovani ragazze, ma commette un errore. Non sa infatti che al piano di sopra riposa, imbottita di tranquillanti, la quarta ragazza, che si accorgerà della carneficina solo il mattino dopo, al risveglio. Da questo momento in poi, il film vira verso una serie di sequenze al limite del sostenibile, con sezionamenti di corpi e tentativi da parte della bellissima sopravvissuta (la Suzy Kendall de L'uccello dalle piume di cristallo) di mantenere nascosta la sua presenza all'interno della villa, braccata da uno spietato uomo nero che continua a sentire strani rumori provenienti dal piano di sopra...
Censurato in vari stati per la crudezza di alcune immagini, il film è un tripudio di colori (i foulard dei ragazzi, i vestiti d'epoca, i trucchi pesanti accentuati sui lineamenti adolescenziali delle protagoniste), intensi primi piani e sequenze al cardiopalma, regalando circa 90 minuti di puro terrore accompagnati da una sceneggiatura viva e accattivante, con un finale strepitosamente gustoso. Disponibile in varie edizioni integrali in DVD e, dopo l'estate, anche in Blu-Ray.
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