sabato 3 marzo 2012

CINEMA
The Artist

Titolo originale The Artist
Paese di produzione Francia
Anno 2011
Durata 100 min
Regia Michel Hazanavicius
Sceneggiatura Michel Hazanavicius
Fotografia Guillaume Schiffman
Montaggio Anne-Sophie Bion, Michel Hazanavicius
Musiche Ludovic Bource
Scenografia Laurence Bennett, Gregory S. Hooper
Costumi Mark Bridges
Cast Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell, Penelope Ann Miller, Missi Pyle, Joel Murray, Ed Lauter, Malcolm McDowell, Beth Grant

Ascesa e declino di un divo del cinema muto.

Siamo a Hollywood, nel 1927. George Valentin è il sogno di ogni ragazza: affascinante, avvenente, fortemente espressivo. È lui il protagonista maschile ideale di ogni pellicola in bianco e nero dell'epoca. Tra le tante fanciulle che si invaghiscono dell'attore, Peppy Miller è sicuramente quella più intraprendente. Finita quasi per caso sulla prima pagina di "Variety" insieme al suo beniamino, la ragazza inizia a farsi largo nel mondo del cinema, divenendo nel giro di un paio d'anni l'attrice femminile più richiesta e ammirata. Ma il 1932, anno dell'avvento del sonoro, cambia le sorti dei due giovani protagonisti, e se da una parte Peppy, giovane, fresca e intraprendente, si amalgama perfettamente alla nuova tecnica cinematografica, dall'altra George si rifiuta di arrendersi al progresso, investe tutti i suoi averi nella produzione di un film muto tutto suo e, complice la Grande Depressione, cade in disgrazia ed è costretto a vendere tutti i suoi beni all'asta...
Tutto funziona alla perfezione in questo piccolo gioiello cinematografico vincitore di 5 premi Oscar (Miglior film, Migliore regia, Miglior attore protagonista, Miglior colonna sonora, Migliori costumi). Dalla scelta dei protagonisti, che spaziano da un immenso Jean Dujardin, novello (ma neanche troppo) Clark Gable che deve aver sudato sette camicie nel tentativo (perfettamente riuscito) di riprodurre mimica facciale, movimenti e atteggiamenti dei grandi divi del muto, al burbero John Goodman, produttore che ricorda da vicino, fisicità a parte, il Selznick dei tempi che furono, fino a Uggie, il fedele Jack Russel, spalla perfetta di Dujardin. Un po' fuori parte Bérénice Bejo, l'unico membro del cast a ricordare, di tanto in tanto, che stiamo assistendo a un film del 2011. Anche grazie a una frequenza più bassa dei fotogrammi per secondo, 22 invece dei consueti 24, sembra in effetti di assistere davvero a una pellicola degli anni ruggenti, con atmosfere, costumi e interpretazioni perfettamente curati fin nei minimi dettagli. Di fronte a un film muto, la colonna sonora di Ludovic Bource merita una menzione particolare, accompagnando perfettamente la pellicola nei momenti più allegri, ma anche in quelli più romantici o malinconici.
In un'era contraddistinta da effetti speciali, 3D ed esplosioni in celluloide, lascia veramente a bocca aperta la capacità di Hazanavicius di regalare al pubblico un film sussurrato, elegante, totalmente visivo, al punto che per 100 minuti di durata sono sufficienti circa una ventina di sottotitoli: il resto è perfettamente convogliato da immagini ed espressioni di puro talento, per un film il cui unico rammarico, a titolo personale, è che non sia finito 10 secondi prima, sui sospiri dei due protagonisti, al termine di un numero di ballo davvero sbalorditivo.
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