mercoledì 30 maggio 2012

LIBRI
"Rossella": il verdetto

Quando nel 1991 Alexandra Ripley ha pubblicato "Rossella", il seguito del leggendario "Via col vento", in molti si chiesero cosa avesse spinto l'autrice di romanzi storici americani a imbarcarsi in un'impresa data per persa già in partenza. Riprendere i personaggi creati dalla penna di Margareth Mitchell nel 1936 e immortalati per sempre nella memoria collettiva dalla pellicola di Victor Fleming nel 1939, e farli rivivere per raccontarne le imprese a partire dalla celeberrima frase di chiusura del romanzo originale:
Dopotutto, domani è un altro giorno
rischiava di distruggere definitivamente la carriera già di per sé non particolarmente scintillante della Ripley. E così fu. Nonostante uno scontato successo letterario in tutto il mondo, la critica stroncò senza mezzi termini il romanzo, al punto che gli eredi della Mitchell commissionarono un sequel ufficiale nel 2007, "Il mondo di Rhett", scritto da Donald McCaig (in realtà si tratta di un'opera che ripercorre la vita di Rhett Butler e che, in alcuni punti, si svolge in parallelo a "Via col vento", ma con un punto di vista completamente diverso).

A dirla tutta, se accettiamo il concetto di mettere mano a un caposaldo storico della letteratura e del cinema, e ci addentriamo nel mondo di "Rossella" con meno pregiudizi possibili, il romanzo non è affatto da buttar via. Protagonista assoluta delle circa 800 pagine, Rossella, dopo aver perduto Melania e l'amore di Rhett, si arma di coraggio, sfrontatezza e buona volontà, decisa fino in fondo a riconquistare l'unico uomo che abbia davvero amato. Seguiamo le sue vicissitudini ad Atlanta, dove cerca in tutti i modi di aiutare l'anima perduta di Ashley, che non riesce a superare il dolore per la morte di Melly, e continua a far parlare di sé per la sua sfrontatezza e le sue maniere non esattamente da gentildonna. La goccia che farà traboccare il vaso sarà tuttavia una lettera inviatale da Charleston da sua zia Eulalie, che le chiede per quale motivo si ostini a stare lontana da suo marito (tornato appunto nella sua città natale) per seguire la sua attività commerciale.
Ferita nell'orgoglio di donna abbandonata e rifiutandosi di passare per carnefice nel rapporto a due con Rhett, Rossella parte alla conquista di Charleston e di suo marito, iniziando a ingraziarsi la suocera Eleanor. A Charleston, Rossella conoscerà un nutrito numero di persone collegate a Rhett, ma sarà un nome in particolare a risvegliare in lei il senso della famiglia così radicato in tutte le generazioni O'Hara: Townsend Ellinton, cugino di Rhett, è originario di Savannah, esattamente come sua madre. Dopo una tempesta in alto mare, un naufragio e una notte di passione tra i due coniugi, Rossella, per l'ennesima volta abbandonata, decide di partire per Savannah e conoscere suo nonno e i suoi cugini (una vera stirpe di O'Hara dai capelli rossi, di sangue puramente irlandese). È questa l'essenza del romanzo: le radici, l'attaccamento alla propria terra, concetto che già la Mitchell aveva descritto meticolosamente nel suo romanzo, basti pensare all'amore di Rossella per Tara, inculcato da suo padre, Gerald O'Hara, secondo il quale
la terra è la sola cosa per cui valga la pena di lavorare, di lottare, di morire, perché è la sola cosa che duri
e che obiettivamente la Ripley amplia, estende, centralizza, perfettamente in linea con il carattere forte della sua protagonista. Il sentimento di attaccamento alle radici e alla storia degli O'Hara spingerà addirittura Rossella a partire per l'Irlanda, patria natia del padre, e a fondare una nuova città sulle macerie del primo nucleo della sua famiglia, Ballyhara, di cui diverrà Padrona e Signora, amata e rispettata. Dotata della sua ormai leggendaria forza di volontà, riparte da zero, stringendo nelle mani un pugno di terra (proprio come fece anni prima, di fronte a una Tara distrutta e inaridita dalla Guerra di Secessione) e costruendosi un vero impero dove i contadini irlandesi potranno rifugiarsi al riparo dall'eterna guerra civile contro gli inglesi.

La notte di passione con Rhett prima di partire per Savannah, tuttavia, ha dato i suoi frutti e Rossella scopre di essere incinta. Convinta che il figlio che porta in grembo possa convincere definitivamente Rhett a tornare sui suoi passi, decide di informare il marito, ma invano: l'uomo ha divorziato e si è risposato con una donna di Charleston, Anne Hampton, simile in tutto e per tutto all'amata amica Melania. Rossella, sempre più sola, decide di dimenticare per sempre Rhett e costruirsi una nuova vita a Ballyhara, aiutata dal cugino Colum, prete, ma segretamente a capo di un movimento di insurrezionisti per la libertà dell'Irlanda. Rossella si trasferisce nella Grande Casa, antica dimora irlandese abbandonata che trasforma in una vera e propria reggia, e viene aiutata da Miss Fitzpatrick, una giunonica signora consigliatale da Colum che si prenderà cura della casa. Il forte senso di superstizione che anima gli irlandesi permette a questo punto all'autrice di inserire un elemento assolutamente estraneo e, apparentemente, fuorviante: il soprannaturale. Leggenda vuole che gli irlandesi, durante la notte di Ognissanti, si barrichino in casa per scacciare gli spiriti maligni liberi di circolare indisturbati. Rossella, che si è perfettamente integrata negli usi e costumi dei suoi antenati, si troverà tuttavia ad affrontare un momento difficile proprio la notte del 31 ottobre, in cui dà alla luce Katie Colum, sua figlia. Ed essendo praticamente sola e abbandonata al suo destino, trova l'unico aiuto in una vecchia fattucchiera, senza l'intervento della quale la nostra eroina avrebbe incontrato morte certa. Da questo momento in poi, al rispetto e alla venerazione per la "O'Hara", negli animi degli irlandesi si sostituiscono il dubbio, la paura, l'orrore: la figlia di Rossella nata per mano della strega del paese è uno spirito maligno, capace di influire sulle condizioni meteorologiche e rovinare stagioni intere di raccolti. E mentre la guerra civile imperversa e si avvicina sempre più a Ballyhara, Rossella si lascia conquistare dall'aristocrazia inglese, partecipa a feste e battute di caccia, viene ricevuta alla corte del Vicerè e, sotto le istruzioni di Charlotte Montagne, diviene una perfetta "lady", inimicandosi sempre più i contadini irlandesi, immensamente delusi dal tradimento della loro Signora. Le attenzioni di un conte spavaldo, arrogante e tremendamente somigliante nei modi e nell'aspetto a Rhett, infine, sembreranno sancire definitivamente l'inizio di una nuova, ennesima vita di Rossella O'Hara...

Caratterizzato da uno stile tipico del romanzo rosa, non privo tuttavia di passaggi rapidi e incalzanti, il libro non si distacca mai più di tanto dalla psicologia di Rossella perfettamente delineata nelle pagine del testo di Margareth Mitchell. Capricciosa, testarda, orgogliosa, egoista, divertente, affascinante, Rossella cerca in ogni modo di sopravvivere in un mondo che non le appartiene, popolato da persone ipocrite e moraliste e governato da regole e dettami di vita che le stanno fin troppo stretti. Nonostante Rhett sia costantemente presente nella mente della protagonista, il suo personaggio vive di apparizioni più o meno fugaci nella penna della scrittrice, ma a ritmo piuttosto regolare, impedendo a chi legge di pensare che il cuore della giovane possa essere definitivamente conquistato da un altro uomo.

Attorno ai due ruotano centinaia di personaggi, molti dei quali secondari, ma il ritratto del cugino Colum e la sua dicotomia "uomo di Chiesa/fervido combattente in difesa dell'Irlanda" ci regalano un carattere in perenne bilico tra il Bene e il Male, fortemente legato da un amore a tratti più che spirituale nei confronti di Rossella, nobile d'animo ma irascibile, e soprattutto fermo nei suoi propositi, al punto da esercitare una notevole dipendenza sulla cugina.

La dinastia O'Hara di Savannah offre lo spunto per approfondire il tema della grande famiglia, che si raduna ogni settimana in una casa diversa e, tra canti, poesie, racconti e infinite tavolate di cibarie di ogni tipo, emana calore, allegria, serenità, affetto, spensieratezza e profondo rispetto per le proprie origini, sentimenti e sensazioni che Rossella aveva quasi completamente dimenticato.

In definitiva, sebbene il valore prettamente letterario non sia minimamente paragonabile a quello del suo predecessore, "Rossella" offre un quadro se non altro originale e per molti versi interessante degli anni successivi agli eventi narrati da Margareth Mitchell in "Via col vento", rispecchiando perfettamente il carattere turbolento e appassionato della sua eroina, chiamata ad affrontare peripezie e difficoltà di fronte alle quali si mostrerà sempre all'altezza. E di questo sarebbe alquanto impossibile dubitare.
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