mercoledì 22 settembre 2010

MUSICA
E tu come stai?



Ho girato e rigirato senza sapere dove andare
ed ho cenato a prezzo fisso seduto accanto ad un dolore
Tu come stai? Tu come stai? Tu come stai?

E mi fanno compagnia quaranta amiche...le mie carte
anche il mio cane si fa forte e abbaia alla malinconia
Tu come stai? Tu come stai? Tu come stai?

Tu come vivi, come ti trovi
chi viene a prenderti chi ti apre lo sportello
chi segue ogni tuo passo chi ti telefona
e ti domanda adesso..Tu come stai? Tu come stai?
Tu come stai? Tu come stai?

Ieri ho ritrovato le tue iniziali nel mio cuore,
non ho più voglia di pensare e sono sempre più sbadato
Tu come stai? Tu come stai? Tu come stai?

Tu cosa pensi come cammini
chi ti ha portato via chi scopre le tue spalle
chi si stende al tuo fianco chi grida il nome tuo
chi ti accarezza stanco...

Tu come stai? Tu come stai? Tu come stai?

Tu come stai? Non è cambiato niente no
il vento non è mai passato tra di noi, tu come stai?
Non è accaduto niente no,
il tempo non ci ha mai perduto
come stai? Tu come stai?....

giovedì 16 settembre 2010

CINEMA
Suspiria

Titolo originale Suspiria
Paese di produzione Italia
Anno 1977
Durata 95 min
Regia Dario Argento
Sceneggiatura Dario Argento, Daria Nicolodi
Fotografia Luciano Tovoli
Montaggio Franco Fraticelli
Musiche Goblin
Scenografia Giuseppe Bassan
Costumi Pierangelo Cicoletti
Cast Jessica Harper, Stefania Casini, Flavio Bucci, Miguel Bosé, Barbara Magnolfi, Alida Valli, Eva Axén, Susanna Javicoli, Joan Bennett, Rudolf Schündler, Udo Kier, Franca Scagnetti, Renato Scarpa, Jacopo Mariani, Giuseppe Transocchi, Margherita Horowitz, Fulvio Mingozzi, Serafina Scorceletti, Renata Zamengo, Alessandra Capozzi, Salvatore Capozzi, Diana Ferrara, Cristina Latini, Alfredo Raino, Claudia Zaccari, Giovanni Di Bernardo

Susy, giovane ballerina di danza classica, lascia gli States e si reca a Friburgo per completare i suoi studi presso la famosa scuola di ballo locale, la Tanz Academy. Giunta (tra tuoni, fulmini e saette) all'accademia, si imbatte in Pat, una ragazza in fuga dall'edificio che pronuncia frasi apparentemente senza senso. Il giorno dopo viene a sapere dalla vicedirettrice che la studentessa fuggita è stata brutalmente straziata da un maniaco. Susy fa subito amicizia con Sara, che le confessa di essere seriamente preoccupata a causa di strani e inspiegabili fatti che si stanno verificando all'interno dell'accademia. A conferma di ciò, il pianista della scuola viene dilaniato dal suo cane, Susy è vittima di un malore, la sua amica Sara scompare e una direttrice che dovrebbe trovarsi all'estero lascia tracce ("sospiri") della sua presenza. La ragazza decide di indagare e scopre che la scuola venne fondata da una donna fuggita dal suo paese perché accusata di stregoneria...
Suzy Banner, decise di perfezionare i suoi studi di balletto nella più famosa scuola europea di danza, scelse la celebre accademia di Friburgo. Partì un giorno alle nove di mattina dall'aeroporto di New York e giunse in Germania alle 10:45, ora locale.
Con la voce di Argento si apre un film destinato a influenzare il cinema horror internazionale. A livello visivo, tutto in Suspiria acquisisce una forma estetica estrema e vibrante. Una delle ultime pellicole ad utilizzare, per la fotografia, il formato Technicolor, che era ormai in via di estinzione ed era diventato assai costoso, la festa di Argento è predominata dal rosso sangue, utilizzato a 360° nel momento cardine del film che dà il titolo all'opera. Il verde è destinato essenzialmente ad accompagnare gli ultimi istanti di vita di Sara, e mai colore fu più azzeccato. Il blu è il tipico colore notturno, sostituito da un giallo malato nel finale grandguignolesco. Al di fuori della scuola, invece, i colori rientrano nello spettro dela normalità più blanda (il viaggio in taxi non fa testo, è un accompagnamento con un piccolo assaggio della mostruosa tavolozza che attende la ballerina all'interno della scuola).
Estremo spessore è sicuramente conferito dalla straordinaria caratterizzazione dei personaggi e dalla scenografia, che prende letteralmente vita. L'esempio più emblematico è caratterizzato dalla scena in cui Miss Tanner, dopo aver appreso dell'attacco subito dal piccolo Albert da parte del pastore tedesco di Daniel, percorre rapidamente il corridoio per raggiungere la sala da ballo e avventarsi sul pianista. La carica fisica regalata da Alida Valli al suo personaggio, imponente su tacchi quasi ortopedici, braccia rigide parallele al corpo e ghigno demoniaco (sembra quasi stia ridacchiando) è ulteriormente accentuata dalle colonne laterali del corridoio, che spiccano verticali verso l'alto, quasi urlando e assumendo l'aspetto di lingue di fuoco che circondano l'insegnante in un'immagine satanica come raramente si è mai vista al cinema.
La semplicità della struttura narrativa dell'opera è superbamente controbilanciata da una ricerca maniacale dell'effetto estetico. Siamo in una scuola di ballo? Gli omicidi sono coreografie estremamente (ac)curate nei minimi dettagli. E Susy, con la sua purezza interiore (ed esteriore, a giudicare dal modo in cui le calzano i vestiti, piuttosto che essere i vestiti a indossare lei), non può non richiamare alla mente l'eroina più candida destinata ad attraversare l'inferno e contaminarsi per tornare a essere bianca e pura, ma più forte di prima: Biancaneve. E non è un caso. Suspiria, nella concezione originale di Argento, avrebbe dovuto essere incentrata su una scuola di danza per bambine, simbolo massimo della purezza, ma il rischio di incappare nei tagli della censura e l'obiettiva impossibilità di riservare a creature minorenni gli stessi trattamenti subiti dalle ragazze del cast hanno portato il regista a spostare l'ambientazione di qualche anno, ma non senza lasciare traccia: le ragazze, infatti, per aprire le porte delle varie stanze della scuola, devono alzare il braccio per raggiungere la maniglia all'altezza del loro volto, proprio come chiunque di noi avrà fatto a 4, 5 o 6 anni...

martedì 7 settembre 2010

LIFE
Lasciar(si) andare...

Da qualche parte nel mondo, in questo momento, secondo alcuni c'è la nostra anima gemella. Chi non ha mai sognato di incontrarla? Una persona fatta su misura per noi, che risponda ai nostri gusti e alle nostre esigenze, presente quando c'è da esserlo, dolce quando lo richiede la situazione, audace quando il nostro corpo lo esige. Se questa teoria è vera, e per quanto mi riguarda lo è nel momento in cui si accetta l'idea che di anima gemella ne esista una sola, che cosa ci fa credere che nel momento in cui ci innamoriamo l'abbiamo davvero trovata? In questo ci aiuta l'idea stessa che abbiamo dell'amore. A volte mi sono fermato a riflettere su cosa significhi davvero essere innamorati, trovare la felicità. Dov'è il limite tra l'amare qualcuno e l'accontentarsi dell'illusione di amarlo veramente? Intorno a noi non facciamo che vedere coppie felici promettersi amore eterno, scambiarsi tenere effusioni, condividere qualcosa di apparentemente speciale. Chi di noi non ha provato questa emozione, o teme di averla perduta o addirittura di non provarla mai, può essere terrorizzato a tal punto da costruirsene una a propria immagine e somiglianza? È giusto scendere a compromessi in amore? Accontentarsi di qualcuno che forse non è proprio la persona che stiamo aspettando? Personalmente, credo di essermi innamorato diverse volte dell'idea di innamorarmi, piuttosto che di una persona specifica. D'altro canto, però, è possibile che i milioni di persone innamorate attorno a noi abbiamo semplicemente deciso di accontentarsi di un'illusione piuttosto che vivere nella ricerca e nell'attesa di QUEL momento giusto?

No.

Alla base di tutto questo penso che sussista una fondamentale differenza, un limite che non andrebbe mai valicato. È giusto scendere a compromessi nel momento in cui non viene calpestata la nostra persona, il nostro ego, la nostra felicità. La linea di confine tra il "lasciarsi andare" a qualcosa di veramente speciale, per quanto imperfetto, e il "lasciare andare" qualcosa che, probabilmente, non è mai esistito veramente. In fondo, la vera maturità sta nell'accettare che la perfezione non è di questo mondo, piuttosto che illudersi di averla davvero trovata.

CARNE TREMULA
Alexander Skarsgård

lunedì 22 febbraio 2010

LIFE
La dura verità

Da Wikipedia:

Una tattica è un metodo utilizzato per conseguire determinati obiettivi. Si applica alla guerra (tattica militare), ad una battaglia o ad un duello, ma anche in economia, nel commercio, nello sport, nelle attività ludiche e in una grande varietà di campi come la negoziazione.

Le tattiche sono i mezzi concreti utilizzati per ottenere il risultato prefissato.
Il dizionario di termini militari del Dipartimento della Difesa statunitense [1] definisce il livello tattico come:

« il livello militare in cui le battaglie e l'impegno bellico sono pianificati ed eseguiti per ottenere obiettivi militari assegnati alle unità tattiche o task force. »


La strategia è il progetto complessivo.
Un esempio della differenza, in una guerra contro un'altra nazione, in cui l'obiettivo è vincere la guerra, è tra la strategia che punta a distruggerne l'esercito per neutralizzare la sua capacità militare e le tattiche messe in opera dai combattenti per eseguire specifiche azioni in luoghi specifici.

Secondo Michel de Certeau, mentre la strategia crea il suo spazio autonomo, una tattica è una azione volontaria determinata dall'assenza di un luogo proprio. Lo spazio della tattica è 'lo spazio dell'altro'. Le tattiche sono dunque azioni isolate che si avvantaggiano delle opportunità offerte dall'avversario.

martedì 9 febbraio 2010

MUSICA
Glitter in the air



Have you ever fed a lover with just your hands?
Hai mai nutrito un amante solo con le mani?
Closed your eyes and trusted, just trusted
Hai mai chiuso gli occhi e ti sei fidato, fidato e basta?
Have you ever Thrown a fist full of glitter in the air?
Hai mai lanciato una manciata di brillantini in aria?
Have you ever looked fear in the face
Hai mai guardato in faccia la paura
And said I just don’t care
e pensato "Chi se ne frega"?

It’s only half past the point of No return
È come essere a metà strada dal punto di non ritorno
The tip of the iceberg
La punta dell'iceberg
The sun before the burn
Il sole prima di una scottatura
The tHunder before lightning
Il tuono prima del lampo
The breathe before the phrase
Il respiro prima di parlare
Have you ever felt this way?
Ti sei mai sentito così?

Have you ever hated yourself for staring at the phone?
Ti sei mai odiato per aver guardato a lungo il telefono
You’re whole life waiting on the ring to prove you’re not alone
Una vita intera in attesa di uno squillo per dimostrati che non sei solo?
Have you Ever been touched so gently you had to cry?
Sei mai stato sfiorato così delicatamente da aver voglia di piangere?
Have you ever inviteD a stranger to come inside?
Hai mai invitato uno sconosciuto ad entrare?

It’s only half past the point of oblivion
È come essere a metà strada dall'oblio
The hourglass on the table
La clessidra sul tavolo
The walk before the run
Una camminata prima della corsa
The breathe before the kiss
Il respiro prima del bacio
And the fear before the flames
La paura prima delle fiamme
Have you ever felt this way?
Ti sei mai sentito così?

La La La La La La La La

There you are, sitting in the garden
Eccoti, seduto in giardino,
Clutching my coffee,
Con in mano il mio caffè
Calling me sugar
Mentre mi chiami "zuccherino"
You called me sugar
Mi chiamavi "zuccherino"
Have you ever wished for an endless night?
Hai mai desiderato una notte senza fine?
Lassoed the moon and the stars and pulled that rope tight
Hai mai afferrato luna e stelle con un lazo e stretto forte la corda?
Have you ever held your breathe and asked yourself will it ever get better than tonight?
Hai mai trattenuto il respiro e immaginato se potrà capitarti qualcosa di migliore rispetto a stanotte?
Tonight
Stanotte

domenica 7 febbraio 2010

LIFE
Fame di cuore


Perché non si può sempre aprire bocca, senza pagarne le conseguenze.
Perché a volte necessario sedersi e attendere.
Perché rispetto significa anche questo.
Perché è facile fraintendere.
Perché è facilissimo lasciarsi andare.
Perché non possiamo sempre indossare una maschera.
Perché voglio spremere la vita e viverla attimo per attimo.
Perché ho fame di cuore.
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