lunedì 23 dicembre 2013

CINEMA
Un delitto poco comune

Titolo originale Un delitto poco comune
Paese di produzione Italia
Anno 1988
Durata 90 min
Regia Ruggero Deodato
Sceneggiatura Gigliola Battaglini, Gianfranco Clerici, Vincenzo Mannino
Fotografia Giorgio Di Battista
Montaggio Daniele Alabiso
Musiche Pino Donaggio
Scenografia Paolo Innocenzi
Cast Michael York, Edwige Fenech, Donald Pleasence, Mapi Galán, Fabio Sartor, Renato Cortesi, Antonella Ponziani, Carola Stagnaro, Daniele Brado, Caterina Boratto, Lewis E. Ciannelli, Renata Dal Pozzo, Giovanni Lombardo Radice

Nel panorama decadente del giallo all'italiana di fine anni '80, dove i pochissimi tentativi di ridare lustro a un genere ormai abbandonato non hanno sicuramente colto nel segno, Un delitto poco comune è una delle rare e piacevolissime eccezioni. Girato con mano esperta da Ruggero Deodato e dominato essenzialmente dalla notevole presenza scenica di Michael York, il film racconta la tormentata vicenda di Robert Dominici, un pianista di successo che porta dentro di sé un segreto agghiacciante. Intanto la città è sconvolta da una catena di omicidi compiuti da persone di età diverse: alcuni testimoni dichiarano di aver visto un giovane allontanarsi dal luogo del primo delitto, altri affermano che il secondo omicidio sarebbe stato compiuto da un cinquantenne, per altri ancora il terzo assassinio sarebbe opera di un settantenne. Qual è dunque il fil rouge che lega indissolubilmente questa catena di morti e, soprattutto, qual è il particolare che lega Robert agli assassini e alle vittime?

Ruggero Deodato, che ha raggiunto la fama a livello mondiale per generi cinematografici ben lontani dal giallo, dimostra di sapersi muovere egregiamente all'interno di una matassa intricata di tradimenti, sospetti, omicidi e tensione, sviluppando un prodotto di buona fattura nell'asfittico panorama del cinema di genere italiano alla fine degli anni '80 e dimostrando di aver appreso la lezione del Maestro del Brivido internazionale, Sir Alfred Hitchcock, rivelando l'assassino a metà film e costringendo lo spettatore a un brusco cambio di marcia: il dubbio "chi è stato?" lascia il posto a un'altra domanda, ovvero "quale sarà la sua prossima mossa?"

Donald Pleasance veste anche questa volta i panni dell'ispettore di polizia incaricato delle indagini, proprio come era accaduto qualche anno prima con il fortunatissimo Sotto il vestito niente targato Vanzina. Il ruolo femminile, assolutamente di contorno, ma funzionale agli esiti della vicenda, è affidato a una matura, ma sempre bellissima, Edwige Fenech. Raffinate ed eleganti le musiche di Pino Donaggio e la scenografia di Paolo Innocenzi.

Da recuperare.

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