mercoledì 1 gennaio 2014

CINEMA
Metempsyco

Titolo originale Metempsyco
Paese di produzione Italia
Anno 1963
Durata 90 min
Regia Antonio Boccacci
Sceneggiatura Antonio Boccacci, Giovanni Simonelli
Fotografia William Grace
Montaggio Jean-Pierre Grenet
Musiche Armando Sciascia
Scenografia Danilo Zanetti
Costumi Casa Werther, Danilo Zanetti
Cast Annie Albert, Tony Maky, Elizabeth Queen, William Gray, Mark Marian, Bernard Bly, Emy Eco, Terry Thompson, Adriano Micantoni, Fred Pizzot, Flora Carosella, Corrado Sonni, Bernardo D'Angeli, Andrea Scotti, Maria Teresa Sonni

Nella prima metà degli anni '60 videro la luce diversi horror gotici italiani incentrati sul tema del doppio, con giovani e indifese eroine "moderne" che spesso reincarnavano un'antenata malefica e maledetta. È il caso, ad esempio, de La maschera del demonio (1960), Gli amanti d'oltretomba (1965) e I lunghi capelli della morte (1964), tutti e tre interpretati da una magnetica Barbara Steele, di recente tornata alla ribalta (almeno per gli appassionati del genere) nell'ottimo thriller di Gionata Zarantonello The butterfly Room - La stanza delle farfalle, che molto deve e molto rimanda al nostro cinema dei bei tempi andati. In mezzo a queste pellicole si insinua Metempsyco, di particolare rilevanza soprattutto in quanto attualmente non è disponibile in alcuna copia in lingua italiana. Anche qui la giovane protagonista è ossessionata dal suo doppio, una nobile aristocratica che la perseguita nei suoi incubi, e viene condotta dal padre in un villaggio nei dintorni del castello della contessa per esorcizzare le sue paure (!). Nei pressi di un lago dove si accingerà a immergersi, ovviamente completamente nuda, incontrerà un giornalista giunto sul posto per indagare sull'omicidio di due giovani ragazze, apparentemente per mano di una creatura mostruosa...
Uscito all'estero con il titolo Tomb of torture (La cripta delle torture), Memtempsyco sembra aver pesantemente ispirato quel Boia scarlatto che uscirà due anni dopo, ma la matrice è decisamente inferiore qualitativamente parlando (e non è che la pellicola di Massimo Pupillo fosse già di per sé un capolavoro). Trama fin troppo prevedibile, recitazione al minimo sindacale, siparietti semicomici inseriti senza il minimo riguardo, scenografie visibilmente in cartongesso (incredibile la leggerezza e la rapidità con cui vengono ribaltati i sepolcri contenenti i cadaveri e le anime delle creature maledette), tensione praticamente assente, anche per via del trucco del mostro, insufficiente anche per l'epoca, che ricorda un mix tra Il gobbo di Notre Dame di Delannoy del 1956 e I goonies di Spielberg (impossibile non pensare al leggendario Superslot), Metempsyco ha dalla sua parte l'interesse suscitato dal tasso di violenza e orrore sicuramente all'avanguardia per il periodo in cui è stato girato e per la totale irreperibilità della pellicola sul nostro territorio, dal momento che è disponibile esclusivamente in due edizioni in inglese (con il titolo sopracitato) e in francese (Le manoir maudit).

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