Paese di produzione Italia, USA
Anno 1980
Durata 102 min
Regia Dario Argento
Sceneggiatura Dario Argento
Fotografia Romano Albani
Montaggio Franco Fraticelli
Musiche Keith Emerson
Scenografia Giuseppe Bassan
Costumi Massimo Lentini
Cast Leigh McCloskey, Eleonora Giorgi, Irene Miracle, Gabriele Lavia, Veronica Lazar, Leopoldo Mastelloni, Daria Nicolodi, Sacha Pitoeff, Alida Valli, Ania Pieroni, Feodor Chaliapin Jr.

Dario Argento approfondisce in Inferno il mito delle Tre Madri, introdotto nel suo film precedente con Mater Suspiriorum, la madre dei sospiri. Visto l'incredibile successo della pellicola del 1977, Argento si tuffa nell'horror e nell'occulto in modo ancora più viscerale. Nel film, incentrato sulla disperata ricerca di Rose da parte di suo fratello Mark, sconvolto dopo aver ricevuto da lei una lettera incentrata sulle Tre madri che dominerebbero il mondo, la logica narrativa lascia il campo al grand-guignol e ai deliri stilistici che hanno giustamente incoronato Argento come Maestro del brivido italiano. Cromaticamente, il registra riprende gli eccessivi esperimenti di due anni prima e, se in Suspiria gioca con il rosso e il verde, in Inferno aggiunge il blu, in una tavolozza di colori che contribuiscono non poco ad aumentare il livello di tensione del film (come se ce ne fosse bisogno).
Per questa pellicola Argento ha scomodato ancora una volta nomi noti del cinema italiano per condannarli a una fine impietosa: Alida Valli, indimenticata Miss Tanner in Suspiria, interpreta la portinaia del palazzo in cui risiede la protagonista; Sacha Pitoeff è l'inquietante Kazanian, librario da cui Rose ha preso in prestito il libro delle Tre Madri; Eleonora Giorgi occupa lo schermo per pochi minuti ma si conquista una delle scene di morte più coreografiche, violente e spaventose di tutta la carriera del regista, assieme a Gabriele Lavia (che con Argento aveva già lavorato in Profondo Rosso), intervenuto invano in suo soccorso.

Disponibile in varie edizioni homevideo, Inferno è un piccolo capolavoro in passato troppo sottovalutato ed estremamente godibile anche a 30 anni di distanza.
Nessun commento:
Posta un commento