martedì 3 maggio 2011

CINEMA
Inferno

Titolo originale Inferno
Paese di produzione Italia, USA
Anno 1980
Durata 102 min
Regia Dario Argento
Sceneggiatura Dario Argento
Fotografia Romano Albani
Montaggio Franco Fraticelli
Musiche Keith Emerson
Scenografia Giuseppe Bassan
Costumi Massimo Lentini
Cast Leigh McCloskey, Eleonora Giorgi, Irene Miracle, Gabriele Lavia, Veronica Lazar, Leopoldo Mastelloni, Daria Nicolodi, Sacha Pitoeff, Alida Valli, Ania Pieroni, Feodor Chaliapin Jr.

Non so quanto mi costerà rompere ciò che noi alchimisti abbiamo sempre chiamato Silentium. L'esperienza dei nostri confratelli ci ammonisce a non turbare le menti profane con la nostra sapienza. Io, Varelli, architetto in Londra, ho conosciuto "Le Tre Madri" e per loro ho creato e costruito tre dimore: una a Roma, una a New York e l'altra a Friburgo, in Germania.
Dario Argento approfondisce in Inferno il mito delle Tre Madri, introdotto nel suo film precedente con Mater Suspiriorum, la madre dei sospiri. Visto l'incredibile successo della pellicola del 1977, Argento si tuffa nell'horror e nell'occulto in modo ancora più viscerale. Nel film, incentrato sulla disperata ricerca di Rose da parte di suo fratello Mark, sconvolto dopo aver ricevuto da lei una lettera incentrata sulle Tre madri che dominerebbero il mondo, la logica narrativa lascia il campo al grand-guignol e ai deliri stilistici che hanno giustamente incoronato Argento come Maestro del brivido italiano. Cromaticamente, il registra riprende gli eccessivi esperimenti di due anni prima e, se in Suspiria gioca con il rosso e il verde, in Inferno aggiunge il blu, in una tavolozza di colori che contribuiscono non poco ad aumentare il livello di tensione del film (come se ce ne fosse bisogno).
Per questa pellicola Argento ha scomodato ancora una volta nomi noti del cinema italiano per condannarli a una fine impietosa: Alida Valli, indimenticata Miss Tanner in Suspiria, interpreta la portinaia del palazzo in cui risiede la protagonista; Sacha Pitoeff è l'inquietante Kazanian, librario da cui Rose ha preso in prestito il libro delle Tre Madri; Eleonora Giorgi occupa lo schermo per pochi minuti ma si conquista una delle scene di morte più coreografiche, violente e spaventose di tutta la carriera del regista, assieme a Gabriele Lavia (che con Argento aveva già lavorato in Profondo Rosso), intervenuto invano in suo soccorso.
Le due protagoniste femminili, Irene Miracle e Daria Nicolodi, regalano agli spettatori due personaggi fragili, delicati, vittime ideali delle forze dell'Occulto. La prima interpreta la scena culto del film (e una delle più rappresentative del cinema di Dario Argento). Calatasi nelle fogne di New York dopo essere stata attirata dai contenuti del libro dell'alchimista Varelli, secondo il quale Mater Tenebrarum, la Madre delle Tenebre, si troverebbe nei sotterranei della metropoli statunitense, Rose perde un mazzo di chiavi in una pozza e, contro qualsiasi logica di buon senso, si immerge per recuperarlo, scoprendo sott'acqua un appartamento sommerso... e non esattamente disabitato. La musa ispiratrice del regista interpreta invece Elise, un'aristocratica immobilizzata nel palazzo da una malattia che, nel tentativo di aiutare Mark a ritrovare sua sorella, finirà vittima di un branco di gatti.
Disponibile in varie edizioni homevideo, Inferno è un piccolo capolavoro in passato troppo sottovalutato ed estremamente godibile anche a 30 anni di distanza.

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