giovedì 16 febbraio 2012

LIFE
Io e una maschera

Non mi era mai successa una cosa del genere.
Passeggio quasi tranquillo e quasi beato su viale Regina Margherita per un appuntamento di lavoro. Arrivo in anticipo e decido di allungare un po' per andare a fare colazione. La giornata promette bene, il sole scalda le ossa dopo lunghissime settimane di freddo pungente. Attraverso la strada e dall'altra parte mi attende questa maschera che vedete qui a fianco. Un "artista" di strada che di artista aveva ben poco. Una maschera di carnevale sul viso, una coroncina in testa, un sacco verde che ricopre tutto il corpo. Mi ricorda la Statua della Libertà. Mi aspetto quello che si aspettano tutti quando incontrano le maschere per strada, ovvero che rimangano immobili, impietrite, come statue. E invece no. La maschera ad ogni persona che le passa davanti alza una manina timida e saluta. Nient'altro. Io non so cosa mi abbia preso. Non ho idea di chi si nascondesse sotto quella maschera. Non so nemmeno se fosse un uomo o una donna, giovane, adulto, anziano. So solo che quel gesto, timido, sconnesso, fuori luogo per un'attrazione da strada, mi ha stretto una morsa nel cuore. Ho percepito una persona sola, che forse non sa nemmeno perché si trovi lì. Che forse non sa fare altro, se non alzare la mano e salutare. So solo che avrei tanto avuto voglia di andarle vicino, abbracciarla, dirle che non è sola, almeno in quel momento. Probabilmente non mi ha neppure notato. Ha continuato a salutare le altre persone che passavano, indistintamente. Io invece quella maschera me la sono portata fino a casa. E ora scrivo di lei, ovunque sia.

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