giovedì 2 gennaio 2014

CINEMA
Martyrs

Titolo originale Martyrs
Paese di produzione Francia, Canada
Anno 2008
Durata 97 min
Regia Pascal Laugier
Sceneggiatura Pascal Laugier
Fotografia Stéphane Martin, Nathalie Moliavko-Visotzky
Montaggio Sébastien Prangère
Musiche Seppuku Paradigm
Scenografia Yves Fontigny, Joseph Gagné, Maurice Roy, Asuka Sugiyama
Costumi Danièle Brodeur
Cast Morjana Alaoui, Mylène Jampanoï, Catherine Bégin, Robert Toupin, Patricia Tulasne, Juliette Gosselin, Xavier Dolan-Tadros, Isabelle Chasse

Impossibile, a parere del sottoscritto, catalogare Martyrs come horror, nonostante rappresenti alcune tra le sequenze più violente e raccapriccianti mai apparse sul grande schermo. Men che mai può essere definito semplicemente un torture porn, termine coniato dal critico David Edelstein in riferimento a Hostel di Eli Roth con il quale vengono etichettati film in cui sono presenti quattro elementi caratteristici, ovvero mutilazioni, nudità, sadismo e tortura e che differiscono dagli splatter classici per il bilancio di produzione relativamente basso e una distribuzione cinematografica limitata se comparata al genere nativo (fonte: Wikipedia).
Martyrs rientra a pieno titolo nel cosiddetto Nuovo estremismo francese, locuzione creata dal critico James Quandt in riferimento a una serie di pellicole estreme dirette da registi francesi all'inizio degli anni 2000. Non sono dunque solamente gli horror come Alta tensione, Frontier(s) e À l'interieur a rientrare in questa catalogazione, ma anche film come Baise-moi, lo scioccante Irréversible e il porno a tutti gli effetti Intimacy: storie, dunque, dove le immagini forti la fanno da padrone, a volte coadiuvate da una trama che ne giustifica in pieno la potenza, altre volte totalmente gratuite. Il film in questione è effettivamente in bilico tra i due universi: se apparentemente la crudezza delle scene rappresentate sullo schermo risulti a tratti insostenibile e ingiustificata, d'altro canto, man mano che la storia prende forma, si dimostrano sempre più funzionali all'orrore a cui stiamo assistendo. La trama non è semplice da riassumere, in quanto densa di avvenimenti e colpi di scena che ribaltano completamente la situazione e gli esiti della vicenda. In breve, assistiamo a un antefatto in cui una bambina orrendamente torturata riesce a fuggire dalla tana dei suoi aguzzini, per poi ritrovarla 15 anni dopo armata di fucile in una villa immersa nella campagna, intenzionata a vendicarsi insieme a una sua amica, Anna, che finirà tuttavia sotto le grinfie di un gruppo di persone dalle intenzioni decisamente più perverse e contorte rispetto ai "principianti" di 15 anni prima...
Laugier non lesina nulla agli spettatori: qualunque forma di violenza (esclusa quella sessuale, neppure minimamente accennata) è graficamente rappresentata in ogni minimo particolare (impressionanti a tal proposito gli effetti speciali a cura di Carmelle Beaudoin e Jacques Godbout). Ciononostante, la maestria del regista e il disgusto suscitato dal tema del film riescono a rendere intollerabili anche le sequenze in cui viene dato maggior spazio all'immaginazione: esemplare a tal proposito la scena in cui, nell'ambito della carrellata di orrori a cui viene sottoposta la protagonista, un energumeno ripreso di spalle riempie di pugni e calci la giovane ragazza, quasi completamente coperta dalla figura del suo aguzzino.
Il finale è completamente spiazzante, per quanto, forse, possa suscitare una sorta di senso di giustizia negli osservatori dopo aver assistito a un tripudio di violenze e orrori per quasi 90 minuti. Il cast è di livello eccellente, sotto tutti i punti di vista. Merita sicuramente una visione, ma solo ed esclusivamente per stomaci più che forti.
P.S.: nei credits i ringraziamenti vanno a Dario Argento...

2 commenti:

  1. Martyrs è molto più di un qualsiasi torture che a mazzi il cinema ci ha proposto negli ultimi anni. In Martyrs c'è un messaggio implicito ma non troppo sul timore della morte che tutti abbiamo. I martiri, quelli del Cristianesimo ma non solo, avevano visto cose che a noi sono precluse? E se avessimo la possibilità di gettare uno sguardo, anche indiretto, sull’aldilà, lo vorremmo davvero fare?
    Ne ho parlato a settebre sul mio blog, se ti va di passare.

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    Risposte
    1. È esattamente quello che ho cercato di spiegare. Grazie per il commento.

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