lunedì 29 dicembre 2008

CINEMA
Il gatto a nove code

Titolo originale Il gatto a nove code
Paese di produzione Italia, Francia, Germania Ovest
Anno 1971
Durata 107 min
Regia Dario Argento
Sceneggiatura Dario Argento
Fotografia Enrico Menczer
Montaggio Franco Fraticelli
Musiche Emmio Morricone
Scenografia Carlo Leva
Costumi Carlo Leva
Cast Karl Malden, James Franciscus, Catherine Spaak, Tino Carraro, Pier Paolo Capponi, Aldo Reggiani, Horst Frank, Rada Rassimov, Carlo Alighiero, Cinzia De Carolis, Tom Felleghy, Emilio Marchesini, Corrado Olmi, Vittorio Congia, Ugo Fangareggi, Fulvio Mingozzi, Pino Patti, Umberto Raho, Jacques Stany, Stefano Oppedisano, Ada Pometti, Walter Pinelli, Sascha Helwin, Marie Luise Zetha, Martial Boschero, Werner Pochath, Dario Argento, Margherita Horowitz (non accreditata), Carlo Leva

Franco Arnò è un cieco che vive con la sua nipotina e si guadagna da vivere realizzando parole crociate. Una sera, passaggiando per strada ascolta la strana conversazione tra due uomini seduti in un'auto parcheggiata davanti ad un istituto in cui si praticano esperimenti genetici. Quella stessa notte qualcuno fa irruzione nell'istituto ed uccide una guardia. Arno decide di investigare con l'aiuto del giornalista Carlo Giordani...

Dario Argento è davvero poco affezionato a questo film, e non ha tutti i torti. Nasce infatti sulla scia del magnifico "L'uccello dalle piume di cristallo", letteralmente imposto dalla casa di distribuzione per bissare il successo della sua opera prima (sarà effettivamente uno dei maggiori incassi della stagione italiana 1971): i difetti nella sceneggiatura si vedono tutti, tanto che gli stessi fan del regista non amano particolarmente questa pellicola. Ciononostante, le buone trovate non sono poche: in primis la soggettiva dell'assassino, che permette una totale identificazione da parte del pubblico; le scene di morte, sempre particolarmente ricercate; la scelta di un protagonista non vedente, in continua contrapposizione con l'occhio spesso in primo piano dell'assassino; la teoria della genetica sviluppata nell'istituto Terzi. Piccoli elementi che, se non riescono a renderlo un capolavoro, contribuiscono comunque a consolidare il prestigio del regista nel panorama cinematografico italiano. Ottima la fotografia e i costumi, musica per la seconda volta affidata al maestro Morricone.

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